Sin dall'antichità a Narbolia ogni anno,il 22 maggio, si svolgeva una festa popolare in onore di Santa Caterina, nella quale le protagoniste erano tre giovani ragazze fra i sedici e i diciasette anni, insieme alle proprie coetanee e coetanei.
I preparativi per la festa iniziavano con la nomina di "sa priorissa", in occasione della messa della domenica di Pasqua. Nei giorni seguenti la ragazza designata sceglieva, tra le sue amiche,"is massaieddas" e preparava "is ramallettus", dei mazzolini di fiori di campo,che consegnava ai ragazzi coetanei. Ciascun ragazzo, poi, si impegnava a consegnare uno di questi mazzolini, alla ragazza con cui intendeva fare coppia durante i balli che si svolgevano ogni domenica pomeriggio, in piazza di" sa priorissa".
il 21 maggio (giorno del vespro) si addobbava, con fiori secchi, una sedia del mobilio di "sa priorissa",destinata alla santa, che veniva portata in chiesa, da una ragazzina accompagnata dal fisarmonicista e dalle ragazze, che indossavano uno scialle di seta colorato e con in mano "is pinnois".
La mattina del 22 maggio "sa priorissa" partiva da casa sua per recarsi in chiesa e assistere alla messa, accompagnata da tutto il corteo composto da amici e parenti.
Dopo la messa, i ragazzi davanti alla porta della chiesa si preparavano ad invitare le ragazze per un ballo, detto "su ballu 'e sa" essida" o "su ballu pagau",per il quale i ragazzi dovevano fare un offerta che veniva poi devoluta alla chiesa.
Dopo il ballo, "sa priorissa" offriva dolci e vino a tutti. Al pomeriggio la festa terminava con balli sardi e il saluto delle tre ragazze che davano appuntamento all'anno prossimo.